In un anno devastante come il 2020, l’anno del covid-19, sotto qualsiasi punto di vista (sociale, clinico, psicologico, economico) i casi di depressione sono aumentati esponenzialmente.
Un anno che lascerà il segno inevitabilmente: persone che hanno perso cari, posti di lavoro o semplicemente quelle poche certezze che credevano di avere si ritrovano a dover reagire, reinventarsi e riprendere in mano le redini della loro vita ripartendo da quel che resta.
Cercare di motivarsi in un momento storico così devastante è forse l’obiettivo più difficile, motivo per cui nel nostro piccolo, partendo dal quotidiano e dalle piccole cose, senza per forza fondare di punto in bianco la nuova azienda che rivoluzionerà il mondo per il prossimo secolo, abbiamo il dovere di provare noi per primi a regalarci una speranza attraverso stimoli di vita nuovi.
Per farlo abbiamo bisogno di concentrarci su noi stessi e sulla mentalità: allenandoci ad avere un approccio mentale sempre efficace sapremo reagire sempre meglio alle condizioni critiche. Abbiamo tutti imparato dalla pandemia che essere indipendenti, prima ancora che sul lavoro nella nostra mentalità, è qualcosa che non ha valore e che ci permetterà sempre di adattarci a cambiamenti anche drastici.
1 – I 7 step della motivazione
Cambiare il nostro stato mentale non è qualcosa che si può fare in 1 giorno, ma richiede tempo, costanza e pazienza oltre ad un senso di fede. Bisogna che ci si affidi ad uno scopo più alto e lasciar predere i pregiudizi e gli scetticismi.
Il cambiamento inoltre deve essere guidato e graduale:
- Non condensare troppe cose in troppo poco tempo: un eccesso di pressione all’inizio ci stordirà e ci lascerà disorientati in balia di quelle emozioni che stiamo cercando di combattere come pigrizia e scarsa autostima.
- Concentrati sulla tecnica e sui dettagli: che competenze richiede il nuovo lavoro che vorresti intraprendere? da dove puoi cominciare?
- Aumenta l’intensità: acquisite le basi come puoi aumentare di livello? puoi farti aiutare per velocizzare il tuo processo di crescita? puoi competere in maniera sana per confrontare i tuoi progressi con quelli di altri?
- Aggiungi pressioni ed imprevisti: il covid ci ha insegnato una durissima lezione, ossia che nulla è destinato a durare così com’è per sempre. Il cambiamento è l’unico modo per adattarsi sempre. In quale modo potresti cominciare di nuovo ad andare a fondo? puoi prevedere delle casistiche negative? puoi anticipare le situazioni critiche? come puoi reagire?
- Ripeti i passaggi al contrario (defaticamento): ricordati che nessun periodo negativo può durare per sempre. Non concentrarti solo sulle cose negative al fine di anticipare all’infinito le molteplici criticità, ma dai valore anche a ciò che potrebbe funzionare. Alterna stati di forte tensione con stati di rilassatezza per non essere vittima del tuo stesso processo di crescita.
- Concentrati solo su quello che è in tuo potere: non puoi prevedere una nuova pandemia e quando arriverà o l’esplosione di un vulcano, ma puoi prevedere periodi in cui magari non avrai molta energia per investire su te stesso. Trova degli espedienti per mantenere il fuoco sempre vivo e non far scendre mai l’interesse. Ricorda che il cambiamento ci infone energie nuove sopratttutto all’inizio del processo, ma la vera sfida è restare sul pezzo sempre.
- Poniti ad ogni step dei piccoli obiettivi: il risultato finale è fiducia, non importa che sia piccolo o grande, si tratta solo di prendersi un impegno e rispettarlo. Ricorda che tendiamo a dare rispetto a non a chi parla ma a chi oltre a farlo concretizza le sue parole con i fatti.
2 – Il muro irregolare di Donald Bradman
Tutte le mattine, tutti i pomeriggi, ogni giorni per 10 anni di fila Donald si allena giocando a cricket da solo in giardino lanciando la palla contro un muro irregolare in modo che la pallina rimbalzi sempre con un angolo diverso ed imprevedibile.
Chi è Donald Bradman? È considerato il miglior giocatore di sempre di cricket nel suo ruolo.
È indubbio che il talento sia la caratteristica principale per spiccare nello sport, nella vita o nel lavoro, ma esistono infiniti casi di persone di talento che non curando l’allenamento (fisico e mentale) non sono mai arrivati ad essere al top.
Pensaci, quanti atleti di talento nello sport ti è capitato di vedere? Tantissimi sicuramente. Ma quanti di loro vengono ricordati nella storia di quello sport? Pochissimi, forse un paio per ogni quinto di secolo.
Che cosa hanno in comune oltre il talento? La mentalità, la disciplina, la professionalità, la dedizione e soprattutto credono in loro stessi ancor prima di essere i migliori, perchè sanno che stanno lavorando per diventarlo.
Bradman è diventato il migliore nel cricket e si allenava con una sola condizione: l’imprevedibilità.
L’allenamento su come prendere decisioni dovrebbe essere più duro di quello per la partita: prendi un imprevisto e ti costringi a risolverlo. Non ha senso schivare le sfide.
Arnlod Schwarzenegger le chiama ripetizioni: “Non ci sono scorciatoie” per ottenere il massimo devi ripetere con tenacia e costanza alla ricerca della perfezione migliorandoti sempre.
Se stai pensando che senza un talento spiccato non vale la pena neanche sforzarsi per raggiungere un obiettivo in modo così ostinato per la paura di fallire sappi che lo sport è anche pieno di esempi proprio di persone che non avevano un talento innato, ma concentrandosi sulla loro mentalità, sull’allenamento, sul perfezionamento e sulla ripetizione sono riusciti a rimanere nella storia.
Carles Puyol, uno dei difensori più forti della storia del calcio, capitano storico del grande Barcellona confessò:
“Non ho la tecnica di Romario, la velocità di Overmars o la forza di Kluivert. Ma io lavoro di più rispetto agli altri. Sono come lo studente che non è tanto intelligente, ma ripassa per gli esami e infine li supera“